PREMIO NOBEL A SHILLER: GLI INVESTITORI NON SONO RAZIONALI

Meno di 24 ore fa è stato assegnato dalla Banca di Svezia il premio per l'Economia intitolato ad Alfred Nobel a Eugene F. Fama e Lars Peter Hansen dell'Università di Chigago ed a Robert J. Shiller della Yale University di New Havencon un annuncio dall''Accademia Svedese delle Scienze. Ripubblichiamo un'intervista a Robert Shiller fatta nel marzo 2004 su SoldiExpert SCF dove si parlava di controllo del rischio e diversi argomenti sempre attuali.

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Meno di 24 ore fa è stato assegnato dalla  Banca di Svezia il premio  per l’Economia intitolato ad Alfred Nobel a Eugene F. Fama e Lars Peter Hansen dell’Università di Chigago ed a Robert J. Shiller della Yale University di New Havencon un annuncio dall’‘Accademia Svedese delle Scienze.

Tre studiosi americani dei mercati finanziari con idee alquanto diverse in verità sull’efficienza del mercato e la “razionalità” dei prezzi. E fra questi 3 professori il più eretico (e anche quello che in questi anni è stato in grado di prevedere diverse bolle, mettendo in guardia i risparmiatori è soprattutto Robert James Shiller, classe 1946, professore all’università di Yale, considerato tra le 50 persone più influenti nella finanza globale.

Grande studioso delle bolle speculative, fu tra l’altro tra quelli che predisse la bolla immobiliare, quindi la crisi dei mutui americani e la tempesta finanziaria globale e prima ancora nel 2000 mise in guardia dalla bolla speculativa che stava gonfiando a dismisura le aspettative sulla “new economy”.

Per Shiller, il capitalismo è “cultura”, una cultura che a suo giudizio andrebbe sostenuta non solo da leggi e dalle istituzioni ma anche proprio da uno spirito umano di indipendenza e di iniziativa, con una forte attenzione nella sua analisi alla componente irrazionale dei mercati, al comportamento spesso poco “razionale” dei vari attori: banche, governi, risparmiatori.

Nel marzo 2004 in Italia lo incontrai per un’intervista in occasione dell’ uscita del suo libro “Il Nuovo Ordine Finanziario” e di seguito potete leggere quell’intervista ancora attuale.

 CI VUOLE UN NUOVO ORDINE FINANZIARIO 

Parola di Robert Shiller, l’economista di Yale che aveva predetto il crac del 2000. Intervista all’autore di “esuberanza irrazionale”.  

pubblicato su SoldiExpert SCF in data 19 marzo 2004

newfinancial

E’ l’economista che aveva predetto con maggiore lucidità lo scoppio della bolla speculativa nel marzo 2000. Il titolo del suo libro che l’ha reso celebre in tutto il mondo era inequivocabile: “Esuberanza irrazionale”. (pubblicato in Italia da Il Mulino). E’ Robert J. Shiller, professore di Economia alla Yale University, considerato uno dei grandi talenti della finanza contemporanea.  In queste settimane Robert J. Shiller è. in giro per il mondo per presentare un nuovo libro (edito in Italia da Il Sole 24 ore), “Il nuovo ordine finanziario”.. Il suo sogno di economista? Per quanto possa sembrare paradossale di questi tempi un mondo dove l’innovazione finanziaria sia ancora maggiore.

“Per il bene del pianeta –.spiega Shiller –. Gli strumenti innovativi di gestione del rischio possono coprirci dai rischi economici e garantire maggiore sicurezza. Gli scandali non devono farci dimenticare come la moderna finanza abbia contribuito a far crescere le economie dei paesi più evoluti”.

Ma è interessante ascoltare direttamente il suo parere sui temi più. caldi che stanno a cuore a investitori e risparmiatori. Con il suo libro precedente “Euforia irrazionale” è stato l’oracolo della bolla speculativa che teneva artificialmente su i mercati.

 

Dopo il crollo e la ripresa come giudica gli attuali prezzi di Borsa rispetto ai fondamentali e all’andamento dell’economia? “.

“Nel 2000 il crac è stato procurato da una concatenazione di cause di sopravvalutazione dei prezzi ma anche di isteria collettiva amplificata dai media e dalla psicologia degli investitori. Tutti pensavano di poter diventare ricchi in Borsa. La bolla speculativa che è scoppiata in questi anni era la più. grande mai creatasi sui mercati finanziari dal ‘29 e aveva forse le stesse dimensioni. Il suo scoppio è stato un avvenimento su scala mondiale. E’ durato tre anni e mezzo e ha bruciato solo negli Usa un valore equivalente a quello di tutte le case degli americani. Abbiamo assistito a un circolo vizioso dove le fasi di aumento e quelle di calo sono state amplificate da un effetto contagio. Ci vorrà. forse una generazione prima che quel clima ritorni. Oggi le condizioni mi sembrano mutate sia dal punto di vista psicologico che dell’ economia e i conti delle azienda sono in miglioramento. Ma francamente non trovo generalmente a questi livelli i prezzi particolarmente sottovalutati”.

 

Ma come investe i propri soldi l’autore di Euforia irrazionale? Quale consiglio dà ai risparmiatori?

“Io credo molto nella diversificazione e investo in tutti gli asset: azioni, obbligazioni, immobili. Ma negli Stati Uniti, secondo me, gli americani investono in maniera eccessiva in azioni con una propensione al rischio eccessiva”.

 

Nel suo approccio e nei suoi libri fa spesso riferimento agli errori che molti investitori commettono, soprattutto di tipo psicologico. Come chi in questi anni ha visto quasi sparire il proprio patrimonio investito in Borsa perché. non voleva disfarsi dei titoli in perdita, “tanto più. di così. non potevano scendere”… Come affrontare gli errori psicologici? Quali consigli può dare?

 

“E’ vero, è. un errore tipico di molti investitori. Nella speranza che i prezzi si riprendano molti investitori accettano rischi e perdite talvolta senza limiti. La sensazione di perdere su una posizione impedisce a molti di valutare l’impatto complessivo e quello che sarebbe più conveniente fare. Perdere viene associato comunque a dolore. E molti investitori non comprendono che talvolta à meglio perdere poco rispetto a molto. E che per evitare un dolore piccolo si corre spesso il rischio di un dolore più  grande. Un altro errore tipico è  la sopravvalutazione che molti investitori danno di se stessi. Quelli che dicono “aspettiamo perché. così. vediamo cosa fa il mercato..”.. Senza rendersi conto che l’ attenzione che ci mette un normale investitore a seguire il mercato è. la stessa che hanno tutti gli altri investitori”..

 

Nel suo nuovo libro, “The new financial order” disegna una visione dove i grandi problemi dell’umanità potranno essere risolti attraverso l’assicurazione e la finanza che creano benessere. Che accoglienza ha trovato? Non è.che nelle sue tesi c’è un po’ di “ottimismo irrazionale” visti gli scandali che stanno caratterizzando il mondo della finanza nel mondo in questi ultimi anni?

 

“Io non penso di essere troppo ottimista. Questa volta certo il timing di uscita del mio libro in tutto il mondo non è. stato buono come le altre volte. Ma questi problemi di malaffare e gli scandali finanziari ci sono sempre stati. Bisogna, infatti, ricordarsi che la maggior parte delle aziende sono sane. Ma senza l’innovazione finanziaria non ci sarebbe l’attuale organizzazione economica quotidiana. Io credo in una democratizzazione della finanza i cui strumenti diventeranno accessibili non più alle grandi imprese e alle persone ricche ma a tutti. Vanno coperti i bisogni legati alla vita di tutti i giorni. Comunque la reazione migliore lo trovata proprio negli Stati Uniti dove la Borsa americana sta valutando di lanciare nuovi strumenti innovativi di gestione del rischio. Ma non mi aspetto cambiamenti radicali da subito, ci vuole tempo”.

L’economia americana cresce ma non crea occupazione mentre sempre più aziende di tutto il mondo spostano il quartier generale produttivo in Oriente (Cina e India), a caccia non solo di lavoro manifatturiero ma sempre più. di lavoro intellettuale, realizzando una globalizzazione del lavoro sempre più. spinta. Per il Vecchio e il Nuovo Continente questa fase non potrebbe essere l’inizio di una fase economica e finanziaria molto turbolenta?

“I problemi di questo tipo ci sono sempre stati e probabilmente aumenteranno se non ci sapremo organizzare. Come ho spiegato nei miei libri dobbiamo imparare a convivere con mercati finanziari volatili ma soprattutto imparare a gestire i rischi. La tecnologia finanziaria resta il sistema migliore: ai miei studenti a Yale spiego che ciò che impareranno non è meno utile per l’umanità di quello che viene insegnato nella facoltà di Medicina. Il livello elevato raggiunto dal benessere delle maggiori economie mondiali, senza considerare il ruolo della finanza, significherebbe ignorare un’ampia fetta del progresso economico. Ci serve la finanza tanto quanto l’oncologia e la cardiologia. Informarsi nel settore dell’economia e della finanza è molto importante. E mi stupisco sempre come molti investitori sono spesso disposti ad agire sulla base di pochi o nessun dato, correndo rischi spesso eccessivi e fuori controllo”…

Salvatore Gaziano

Responsabile Strategie di Investimento di SoldiExpert SCF

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